lunedì 9 aprile 2012

Jack Of All Trades



Volevo aspettare di scrivere di Wrecking Ball, il recente nuovo LP di Bruce Springsteen, dopo averlo ascoltato a lungo. Ma siccome non ho mai troppa voglia di ascoltarlo, tanto vale che ne parli ora. La prima cosa che voglio dire è che “è solo rock & roll”: che si parli di folk degli Appalachi o di un singolo a Top Of The Pops, è solo rock & roll. Non sono importanti le intenzioni, sono importanti i risultati. Non è importante quello che il musicista vuole realizzare, ma quello che effettivamente realizza. Una canzoncina può essere molto meglio di una poesia, se è effettivamente così. 

Wrecking Ball è un irato atto di ribellione di Bruce Springsteen - una superstar che potrebbe godersi la vita nel suo Eden personale che invece non può fare a meno di esporsi in prima persona per creare a sessant’anni un disco politico di canzoni di protesta in un momento in cui il sogno del suo Paese sembra definitivamente tradito. Questo è bello, e siamo tutti con lui. Ti abbracciamo Bruce, e abbracciamo il Jack Of All Trades che canti. Però questo disco non è Nebraska e non è Darkness On The Edge Of Town.

“Chi se lo aspettava un altro Darkness?” mi chiedete? 
Io me lo aspettavo, io lo volevo, perché questo è il Boss.

Il problema con Bruce è che sembra aver finito le canzoni. Non è questione di band, di arrangiamenti, di produttori, di suono. È questione di canzoni. Di quelle belle dell’album tre le avevamo già sentite, e le avevamo già sentite perché Bruce le aveva già pubblicate. 
Wrecking Ball è bella, era già uscita su singolo con la band, ed a me piaceva di più che questa con la “big band folk dal suono attuale”. Era la canzone che la E Street Band ha eseguito in occasione dell’addio al Giant Stadium nel New Jersey, lo stadio dei Giants. 
Land Of Hope And Dreams ed American Land sono classici del live show con la E Street Band. Infatti c’è l’ultimo assolo di sax di Clarence “Big Man” Clemons. 
Niente di male che tre canzoni, se sono così buone, abbiano trovato un posto in un album tutto loro (a partire dal titolo). Il problema sono le altre canzoni, che ricordano tanto i miei temini delle scuole medie quando non avevo un accidenti da scrivere e non lesinavo in superlativi nel tentativo di colmare il vuoto. Allo stesso modo gli arrangiamenti (moderni) di WB sono spesso sopra le righe, per truccare canzoni un po’ povere. 
Alcune, come il singolo radiofonico (si fa per dire) We Take Care Of Our Own, proprio non le posso sentire. Alcune, come Rocky Ground (bellino il rap di Michelle Moore) o We Are ALive o Swallowed Up In The Belly Of The Whale sono buone. Specialmente We Are Alive. 

Poi, fra tutte, c’è una canzone, una sola, che è un capolavoro, un seven-eleven, una di quelle canzoni memorabili che scrive il Boss. È un lento di sei minuti, si intitola Jack Of All Trades, che vuol dire il tuttofare, e canta di un american hero, un common man, un blue collar, un uomo che ha perso il lavoro e trova dentro di sé la forza, la dignità, il coraggio di restare in piedi, di confermare il proprio ruolo, di far coraggio alla propria famiglia, alle persone che ama e che credono in lui. Un uomo che cerca il coraggio di tranquillizzare una famiglia con parole come “martellerò i chiodi, sistemerò le pietre, raccoglierò i tuoi raccolti quando saranno cresciuti e maturi, aggiusterò quel motore e lo farò ripartire perché so fare di tutto e tutto andrà per il meglio, so fare di tutto e noi staremo bene…”

Ma aspettate, perché questa non è neppure la metà. Perché questo common man a cui nella canzone va tutta la nostra solidarietà, il nostro amore, questo uomo mite e coraggioso alla fine della canzone alza la testa e dopo aver sottolineato che “il banchiere ingrassa mentre il lavoratore stringe la cinghia, è già successo prima e succederà ancora, scommetteranno la tua vita”, dopo averlo fatto avvisa “se avessi una pistola cercherei i bastardi e gli sparerei a vista, perché so fare di tutto…” 

E un brivido corre lungo la schiena. 




7 commenti:

zambo ha detto...

la mia impressione leggendo questa come altre recensione è che l'autore si sforzi di parlare male di WB, perchè "deve essere così", perchè si rivuole il Bruce di Darkness e non si ha il coraggio di dirlo perchè non si capisce che il tempo passa per tutti e gli entusiasmi sono divenuti disillusione, ma alla fine se ne parla bene, per una benevolenza versa Bruce e perchè le canzoni di WB sono mediamente migliori di ogni altro disco di rock che esce oggi. E allora meglio ammetterlo subito, WB non è Darkness ma è meglio del 80-90% del rock che gira oggi.

Silver Surfer ha detto...

Ciao Zambo, sei il benvenuto...

Paolo ha detto...

Concordo al 1000 x 1000 con quanto ha scritto Zambo. Aggiungerei come ha scritto Blue che Bruce continua a stupirci sempre con sempre qualche cosa di nuovo e sempre riesce a spiazzarci.

Ciao paolo

Anonimo ha detto...

Sono daccordo con quanto affermato da Zambellini;personalmente non pretendo un altro "Darkness.."o qualsiasi altro lavoro che possa essere la copia di un vecchio capolavoro.Il tempo corre per tutti e fortunatamente Bruce è uno di quelli attento a ciò che gli gira intorno come ampiamente dimostra anche l'ultimo lavoro.Certo non tutte le ciambelle riescono col buco, ma per quel che riguarda questo "Wrecking Ball"sinceramente concordo con chi ne ha scritto bene!Dal vivo poi ci sarà la prova definitiva...sinceramente non nascondo che avrei gradito un ritorno dell'avventura Session band o un tour solista ma se la E. street sarà capace di rinnovarsi senza perdere il suo vero spirito ne sarò contento!?!. Armando.

Anonimo ha detto...

Anonimo Michele:

Che dire? L'ultimo album di Bruce Springsteen lo trovo splendido dalla prima all'ultima nota. Credo sia uno dei suoi lavori migliori..
E' vero "Darkness" non c'entra niente, se non una certa fort rabbia che gira in entrambi i lavori. Forse "Darkness" era più perfetto stilisticamente, ma questo "Wrecking Ball" ha più cuore e emoziona di più a mio parere. Bruce è maturato molto e il suo modo di cantare arriva più nel profondo adesso che nel 1978.
Le canzoni di allora forse sonoa anche migliori (ma giusto di una mezza tacchetta, non di più) ma la voce del boss è nettamente maturata, ha molte più sfumature e parla veramente al cuore della gente.
Sono felice perchè "Magic" era veramente bruttino e "Working on a dream" era buono ma non eccelso. Questo invece è davvero un grande /grandissimo album.
Viva Bruce, in attesa di vederlo dal vivo a Firenze (e per me per la prima volta!...)

RideRomeo ha detto...

Bruce è un Gesù ateo del Tempio, per me.
E' più forte di me, fa parte dell'educazione che passo ai miei figli e non so nemmeno se sia tanto giusto.

In fondo è solo una bella storia.

cooksappe ha detto...

rabbrividiamo!