sabato 5 dicembre 2009

Cheap Trick > Sgt. Pepper Live


I Cheap Trick sono un quartetto dell’Illinois dedito negli anni settanta a una musica fra heavy metal bubblegum e power pop: qualche cosa di venuto dopo Suzy Quatro e venuto prima dei Ramones. Perciò godettero di poca stima dalla critica e di disattenzione dal pubblico almeno fino alla imprevedibile esplosione di culto in Giappone dove invece i quattro furono venerati come una sorta di Beatles redivivi.
Proprio per il mercato giapponese registrarono l’anfetaminico live At Budokan (Epic 1979) che, straripato anche in occidente, vendette la bellezza di tre milioni di copie e non senza una ragione perché si tratta di un ingenuo quanto potente album che suona proprio come il rock & roll dovrebbe (e che perciò vale la pena di procurarsi).
Anche se godettero ancora di qualche successo negli anni a venire non mi capitò più di sentirne parlare, tanto meno di comperare un loro disco, fino a che non ho inciampato in questi giorni in questo Sgt Pepper Live, registrato dalla band quest’anno in concerto con tanto di accompagnamento della New York Philarmonic Orchestra e di una Indian Sitar Band.
Se i giapponesi credevano i Cheap Trick la reincarnazione dei Beatles i quattro evidentemente ci hanno creduto se nell’album si presentano semplicemente con i nomi di battesimo (Rick, Bun, Robin & Tom) e se portano in concerto quel Sgt Pepper's Lonely Heart Club Band che nemmeno i Fab Four eseguirono mai dal vivo…

La (buona) abitudine di suonare in concerto interi album credo sia stata inventata negli anni novanta dai Phish che in occasione dei concerti nella notte di Halloween proposero per intero l’album bianco dei Beatles, Quadrophenia degli Who così come Loaded dei Velvet Underground, The Dark Side Of The Moon dei Pink Floyd e Remain In Light dei Talking Heads. L’idea piacque e fu ripresa da altre band indie, fra cui i Gov’t Mule con la Houses Of Holy dei Led Zeppelin e poi The Dark Side Of The Moon (e altri pezzi) dei Pink Floyd.
Gli artisti originali stessi devono aver apprezzato l’idea se i Cowboy Junkies rifecero dal vivo il proprio The Trinity Session, Lou Reed Berlin, Van Morrison Moondance e Bruce Springsteen niente di meno che i primi cinque album (per ora).

I Cheap Trick non sono veramente i Beatles e Sgt Pepper Live non è veramente Sgt Pepper’s Lonely Heart Club Band; però il disco non è neanche troppo diverso. Gli arrangiamenti sono identici all’originale (con un ottimo lavoro della NY Philarmonica per riuscire nell’operazione che all’epoca fu considerata impossibile di portare quelle canzoni in concerto) e con un sacco di quell’energia che il rock & roll sprigiona più dal vivo e che in studio.
A cosa serve? A ridar vita a vecchi capolavori che non si ascoltano più che raramente; per quanto mi riguarda io non ascoltavo così tanto i Pink Floyd dal 1975 come invece li ho ascoltati dai Mule quest’estate.
Spesso i Cheap Trick sono così precisi nel riesumare le canzoni di Sgt Pepper che paradossalmente la voglia di togliere il loro disco e mettere l’originale è forte. Ma i quattro americani di Rockford giocano un jolly: subito dopo la fine di A Day In The Life invece di chiudere i giochi attaccano il medley del secondo lato di Abbey Road all’altezza di Golden Slumber e mentre il cuore mi si riempie di miele, la mia mente mi conferma quello che ho sempre saputo: che Abbey Road è più bello di Sgt Pepper!


4 commenti:

Euterpe ha detto...

Da vecchio consumatore di Rock americano da fm i Cheap Trick li ho conosciuti ed ascoltati per quello che hanno fatto negli anni 80 però non avevo mai sentito questo live di cui parli e quindi cercherò di procurarmelo.
Da inguaribile fan dei Beatles invece concordo pienamente con Te sul fatto che Abbey Road sia più bello di Sgt.Pepper's.

Nicola Pagano ha detto...

Tutto mi aspettavo, tranne che i Cheap Trick fossero ancora talmente in forma da "sfidare" i Beatles... At Budekan è un disco che ho ascoltato molto... era godibile e coinvolgente.
All'epoca,orientata com'era al power pop versante heavy era una band abbastanza "rozza" per affrontare le armonie complesse e le sfumature dei Beatles... in ogni caso dovremo ascoltare per credere...

HeavenTonight ha detto...

Sveglia i Cheap Trick hanno sempre continuato a sfornare album, sempre su major, raramente sottotono e sempre con ottimi riscontri commerciali. Che dopo in Italia non se li sia mai filati di pezza un cane, questo è un altro paio di maniche, il rnr in questo paese proprio non funziona, da sempre i Trick sono una delle più grandi rnr band americane al pari di Aerosmith, Kiss e pochi altri. Sempre fedeli a se stessi ma mai fossilizzati sulla reiterazione di uno standard, influenti come non mai su ormai 3 generazioni di musicisti i Cheap Trick non solo incidono ancora dischi ottimi, stravendono, suonano da DIO e riempiono anche i palazetti http://www.youtube.com/watch?v=eqjiNQJa0Zo&feature=related

Anonimo ha detto...

grandissimo cd,di tutto rispetto, un live veramente bellissimo!
hanno reso omaggio alla musica e ai beatles!